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UOMINI E MEZZI

Chi scrive non è un pilota di primo pelo, ma vi assicura che l'attenzione dei piloti all'Africa Eco Race non può venir meno nemmeno per un attimo, buche sassi e dossi sono insidie che possono mettere fine alla vostra gara in qualsiasi momento. 

Competere su tracciati mai percorsi e mai provati in precedenza, con il sole a picco che priva il suolo di ogni ombra e vi impedisce di riconoscere la presenza di avvallamenti o repentini cambi di pendenza, sottopone uomini e mezzi ad un continuo stress. Ciò che per noi è spettacolo per chi lo vive è un impegno immenso.
Ma se la gara ha visto il suo via nel Principato di Monaco, la competizione ha avuto inizio molto, molto prima, perché una gara di “endurance” si vince con uomini e mezzi preparati: uomini allenati alla fatica e mezzi le cui caratteristiche rispondono alle esigenze imposte dal percorso, dal clima e dalla durata della competizione. E' per questo che il nostro plauso deve accomunare ai piloti tutti coloro che in gara o dietro le quinte, con la loro competenza e abilità, hanno saputo creare e assistere una macchina vincente.

IL VEICOLO FUORISTRADA
Non avrete dimenticato ciò che scrissi nel precedente articolo: per i piloti dell'Africa Eco Race anche il solo giungere al traguardo è considerata una vittoria, arrivare prima dei propri rivali è un trionfo; ma al traguardo ci si arriva se ci si è saputi preservare: uomini e mezzi. I primi per la propria integrità psico-fisica, i secondi per la loro integrità meccanica.
Sono sotto gli occhi di tutti le immagini di veicoli che nel superare un ostacolo si staccano dal suolo e vi ripiombano violentemente, ma come fare ad evitare che queste spettacolarità non siano causa di ritiro?
Innanzitutto occorre scegliere un telaio che assecondi gli effetti torsionali ai quali ogni veicolo fuoristrada va soggetto; bando al concetto del “mi spezzo ma non mi piego”. La totale rigidità non si addice nemmeno al monoblocco del motore, figuriamoci se vale per il telaio di un fuoristrada.
Per evitare che il telaio venga sottoposto a eccessive flessioni, si dovranno dimensionare adeguatamente le sospensioni; è noto a molti che quelle di un veicolo fuoristrada assicurano una maggiore escursione verticale rispetto a quelle di un’auto “stradale”; ma per gare come l'Africa Eco Race non sono sufficienti.
Nel corso di una gara dove i tempi “fanno classifica” le sollecitazioni delle sospensioni sono violente e ripetute, non soltanto in senso verticale, altrettanto violente sono quelle che scuotono il ponte e il motoassale in senso trasversale, contenerle significa garantire tenuta di strada e pronta riposta dello sterzo. Tutto si traduce in un insieme di leve, molle e ammortizzatori che pur permettendo ogni possibile movimento ne contengono l'escursione.

LA FORZA MOTRICE
Il motore è per comune accezione il componente più importante e il più sollecitato. Nella massima delle categorie di gara, i veicoli sono equipaggiati di motori con cilindrate che consentono di disporre di sufficiente riserva di potenza, tanto da non rischiare di “essere sempre al limite”, ma quando si decide di gareggiare in una categoria inferiore le cose cambiano.
Con meno di 6 litri di cilindrata, produrre forza motrice sufficiente per spingere 7,5 t su dune di sabbia e terreni fortemente accidentati significa esasperare lo stress termico del motore e, farlo in un ambiente dove lo scambio termico non è certo favorito dal clima e dalle condizioni del percorso, è semplicemente rischioso. La polvere trattenuta nel filtro dell'aria rischia di limitare la quantità di aria aspirata dal motore mentre quella che si deposita sugli scambiatori di calore ne riduce l'efficienza, con il costante rischio che si innalzino le temperature e il motore si danneggi.
E infine il cambio, componente fondamentale per ottimizzare il funzionamento del motore.
Il cambio, oltre a dover essere in grado di trasferire tutta la forza motrice generata dal motore, deve disporre di un sufficiente numero di rapporti tali da garantire che a qualunque velocità si muova il veicolo, il motore funzioni nell’intervallo di regimi di coppia massima, condizione alla quale è meno soggetto agli stress termici.
A contribuire a questo risultato è usuale che concorra anche il trasferitore o ripartitore di coppia.
Lo scopo primario del ripartitore è quello di generare una trazione 4x4, trasferendo sia al ponte, sia al motoassale il moto in uscita dal cambio, ma è d’uso adottarne uno con differenti rapporti di trasmissione.
Ne risulta che se un veicolo fuoristrada adottasse un cambio con soli 6 rapporti e un ripartitore a “lente e veloci”, il pilota avrà la possibilità di selezionare 12 “marce”, ma se ripartitore disponesse di quattro rapporti, il pilota ne potrà selezionare 24.
Le tecnologie disponibili sono tali da consentire un ottimale adeguamento dei veicoli alle esigenze di gara, ma non dimentichiamo che la vera forza motrice che spinge "uomini e mezzi" al traguardo è la passione e la competenza dei primi.

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F.R.

 


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